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"Egregio ragioniere...", scrive Luca Sala, "... un paio di chiarimenti su due domande e risposte: break down off asset, abbiamo elaborato di seguito una tabella che vorremmo Lei ci autorizzasse o meno a distribuire", cioè, scrivevano tutto loro...
Quindi, ricapitolando, BofA aveva tutte le informazioni possibili e immaginabili, aveva...un diritto, che nasceva da un obbligo contrattuale, di poterle chiedere quando voleva e aveva una conoscenza del gruppo nettamente superiore a tutti gli altri...perché aveva fatto delle operazioni mai comunicate al mercato, e le aveva fatte solo lei, in gran parte. Aveva una conoscenza del gruppo per quanto riguardava gli Uspp, per quanto riguardava il comparto del Centro e Nord America, superiore...a quella che aveva Citibank, e lo vedremo poi dalle carte. Aveva...anche il bilancio di Parmalat Capital Finance, quella di Malta, che controllava Bonlat; anzi prima era alle Cayman e poi è passata a Malta. Ed era obbligata...a dare anche il bilancio delle controllate di Parmalat Capital Finance. Quindi non escludo che avesse anche il bilancio della Bonlat. Conosceva il fatto che Parmalat faceva dei private placement (collocamenti privati, n.d.r.)..., avete mai letto di private placement nel bilancio della Parmalat fino al novembre del 2003, dopo che la Consob li aveva chiesti...? Avete mai letto che su 200 milioni di dollari c'era un vincolo di indisponibilità nella famosa liquidità? Queste sono tutte informazioni che Bank of America sapeva. Tutto il rapporto con gli investitori è costruito, suggerito, gestito e organizzato da Bank of America. Tonna era una marionetta che veniva preso, portato a New York: "Digli questo, parla di queste slide... scusa ci siamo sbagliati, aspetta ti do l'ultima slide", questo era, l'abbiamo visto dalle carte. Gli information memorandum li scrivevano loro, lo dice anche Moncada...
...Ma la cosa più importante, tutto sommato, non è questo livello di conoscenza totale che Bank of America aveva nei confronti del gruppo Parmalat, ma il fatto che in presenza di enormi indicatori di rischio...un Cfo dica "questi dati non te li voglio dare" e per anni non glieli dà, tant'è che la Medvedich alla fine non ne può più. In presenza di precisi indicatori di rischio non vengono svolte le opportune verifiche.
Perché qui c'è un falso problema, signor Presidente: è vero che i dati sono della Parmalat e Parmalat se ne assume la sua responsabilità, ma se io li veicolo al mercato li devo verificare, ho la responsabilità della verifica, perché la veicolazione da parte di una banca al mercato di dati finanziari è come metterci sopra un timbro Doc, c'è tutta la giurisprudenza del caso Worldcom che lo dimostra, perché questi sono obblighi previsti proprio dalla legge americana..."Ma non veniteci a scocciare con il fatto che i bilanci sono revisionati...", dicono i giudici, anche i giudici americani credono nella legalità, "... non veniteci a scocciare che la società aveva un rating, qua, là, su e giù: voi siete tenuti a fare l'avvocato del diavolo"...Dovevano, in presenza di indicatori di rischio, attivarsi...Gualtieri dice: "Se anche avessero saputo, cosa potevano fare?". Cosa potevano fare? Intanto dire la verità al mercato...E poi fare le verifiche.
Allora, facciamo un esempio che è conosciuto dal Tribunale: la questione Bloomberg. E' pacifico ormai che Bank of America consultava Bloomberg. Mandano...una richiesta di chiarimenti a Tonna, il Tribunale conosce a memoria questa carta. Tonna risponde e dove scrive la storia dei buy back: in un post scriptum! (Greco fa riferimento al rimborso anticipato di prestiti obbligazionari Parmalat per un valore di qualche miliardo di euro che il management dichiarava di avere effettuato per giustificare lo scostamento tra l'ammontare totale dei bond che, secondo Bloomberg, risultavano collocati sul mercato e l'indebitamento ufficiale del gruppo, n.d.r.). Dice: "Se non l'avete capito" - perché probabilmente non li considerava così intelligenti - "...la riconciliazione sta nelle operazioni di buy back che segnaliamo...". Poi ci vuole la lente di ingrandimento per andarla a vedere...Gualtieri ha...dimenticato di dire che tutte le società che fanno il buy back lo annunciano prima, fanno i comunicati al mercato, ma non per un buy back da 3 miliardi di euro, ma per ogni singolo buy back.
...Siamo impazziti, ma alla fine abbiamo ricostruito tutti i casi di buy back segnalati da Gualtieri e abbiamo visto che non ce n'era uno che era stato puntualmente segnalato al mercato con il motivo per cui la società aveva deciso di fare il buy back. Ci è venuto qui a dire: "Ma voi che ci capite? Lo fanno tutti". Certo che lo fanno, l'abbiamo capito anche noi che non siamo degli esperti di finanza..., però riteniamo che sia una notizia price sensitive (capace di influenzare i corsi azionari, n.d.r.), forse una delle più importanti notizie price sensitive di una società, e che quando lo fa lo devo comunicare al mercato. Forse ci sbagliamo, siamo dei giuristi, ma come dicono anche illustri personaggi del nostro Governo, attualmente i giuristi battono gli economisti dieci a zero. Perché noi riusciamo a capire anche il lato oscuro della vita, cosa che spesso gli economisti non fanno, e noi riteniamo che un problema di non comunicazione del buy back è un illecito, amministrativo, penale, quello che vi pare..., ma è un illecito.
Bene, Tonna mette in un post scriptum: "Se non l'avete capito ‘sta là". Ora, non un grande manager di BofA, ma un normale cittadino, sarebbe saltato sulla sedia, ma non perché dubitasse del fatto che era stato fatto un buy back..., ma per il fatto che viene comunicato in un post scrittum un buy back da 3 miliardi di euro (o 2 miliardi e mezzo, adesso non ricordo), così, tra le righe.
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